Comunicato del presidente ordine degli architetti, p.p.c. della provincia di forli’-cesena – progetti pragmatismo pandemia e possibilita’ a proposito del progetto di realizzazione del completamento del polo museale san domenico a forlì.
PROGETTI PRAGMATISMO PANDEMIA E POSSIBILITA’ A proposito del progetto di realizzazione del completamento del Polo Museale San Domenico a Forlì.
In seguito alla recente pubblicazione della notizia di approvazione del Progetto Preliminare per la realizzazione del cd detto 4 lato del cortile del complesso San Domenico, al quale hanno seguito numerose richieste di chiarimento ed intervento recapitateci da moltissimi colleghi della nostra Provincia e di Italia, con il Consiglio dell’Ordine abbiamo condiviso la necessità di un confronto con l’Amministrazione della Città di Forlì.
L’Assessore Cicognani ha raccolto l’invito con immediatezza e mercoledì 10 marzo e si è potuto tenete un confronto aperto e puntuale con la presenza dell’Assessore Milandri e del Dirigente Ing. Foca.
Siamo in una situazione condizionata dalla pandemia e la necessità di confrontarci è stata raccolta come auspicavamo per l’alto valore del tema, di questo ringraziamo. Per proseguire quel confronto che l’Amministrazione non ha mai declinato e ha ricercato nelle varie attività che ha promosso anche in questi periodi difficili.
Il tema genera e ha generato aspettative e tensioni.
La posizione di questo Ordine è nota.
Così come è a tutti ben presente l’alto valore simbolico dell’intervento, che si incastona in un contesto di alto pregio storico-architettonico e culturale e che propone la definizione del completamento del Polo Museale da tempo auspicato.
Si sente la necessità di un progetto di grande qualità, di un’azione coerente con il contesto, che possa affrontare con la contemporaneità necessaria la soluzione progettuale, per significare il tempo che stiamo vivendo e per dotare il Museo di quegli spazi lungamente attesi e che qualificano l’insieme dei servizi offerti.
Quindi un Progetto di Architettura.
La storia del recupero del San Domenico e della sua evoluzione è nota; lo è a chi scrive, ai colleghi del Consiglio e agli iscritti con i quali ci siamo confrontati.
Nasce ormai molti anni addietro con una procedura di gara per l’assegnazione del progetto che immaginava, fin da subito (si direbbe con lungimiranza), le fasi del già ipotizzato lungo percorso evolutivo per la realizzazione di un progetto ambizioso che nel tempo ha dimostrato le sue ragioni e sue qualità.
Ecco che oggi siamo in grado di giudicare quel percorso alla presenza nei fatti di una qualità progettuale e realizzativa che la Città di Forlì ha saputo proporre ai suoi cittadini.
In questa scia si pone questo ultimo intervento, già presente nell’incipit iniziale e quindi prosecuzione del percorso formale avviato che ha in definitiva proposto la pregevole attività di colleghi che tutti abbiamo apprezzato, e per il quale auspichiamo, e ne siamo certi, si persegua uguale attenzione e qualità.
Il San Domenico, il vicino San Giacomo sono pregevoli esempi di recupero e rifunzionalizzazione e oggi di gestione.
Lavori progettati e diretti da colleghi di grande valore, tra i quali l’Arch. Gabrio Furani recentemente scomparso, assegnano all’opera quel consenso generale che è forse esso stesso ragione del sussulto generato in tanti di noi dal riavvio del percorso.
Quindi rimane la domanda se questa è un’occasione mancata, per l’attivazione di un Concorso di Progettazione o se in definitiva trattasi della naturale chiusura di un percorso avviato ormai molti anni fa per il quale i finanziamenti e le opportunità hanno caratterizzato un programma realizzativo lunghissimo. Ecco forse questa è un’altra domanda alla quale tentare di dare risposta, possiamo continuare ad immaginare la realizzazione di opere di questo rilievo con tali cronoprogrammi?
A questi interrogativi l’Amministrazione ha deciso di rispondere con pragmatismo e conseguenti atti individuando nell’obiettivo della realizzazione e del rispetto nell’economicità dei processi l’asse portante della decisione.
Non possiamo che comprendere, nel tempo che viviamo, questa decisione.
Efficacia ed efficienza sono requisiti che devono essere al centro dell’azione amministrativa e se è mancato il requisito della qualità del processo (non del progetto) è da ricercare in quell’incipit iniziale che tradusse la necessità di immaginare questa parte di città con un affidamento che rifiutò il Concorso, erano altri tempi.
Ma i tempi oggi sono altri, i sistemi informatici offerti gratuitamente dal CNAPPC alle Amministrazioni e i bandi messi a punto dalle professioni tecniche con ANAC e conformi al Codice dei Contratti consentono tempi e modalità che garantiscono un’alta efficienza e connessa efficacia.
In 4 mesi si può avere il progetto preliminare dell’opera pubblica, di qualsiasi opera pubblica si parli, ne sono esempio le decine di concorsi attivi oggi in Italia, di Amministrazioni grandi e piccole, Demanio Civile e Militare, Aziende ASL, Amministrazioni Giudiziarie, privati e così via.
E quindi l’occasione del confronto del 10 marzo è stata significativa e appunto occasione per condividere principi, azioni, possibilità e obiettivi per il futuro.
Abbiamo così potuto rappresentare, con la condivisione degli amministratori presenti, che La Città di Forlì ha la caratura, la storia ed il rilievo culturale per proporre esperienze concorsuali su progetti significativi.
L’idea dell’apertura alla visione nazionale non è in contrasto con la volontà, che peraltro condividiamo, di promuovere la crescita professionale dei tecnici del territorio anzi, se ben calibrata e altrettanto bene costruita (siamo a disposizione), è occasione di crescita culturale e del dibattito sulla città e le sue funzioni.
Un dibattito che può concorrere, ed è dimostrato, ad incrementare la qualità del costruito, non solo dell’opera pubblica.
Quindi abbiamo condiviso l’opportunità di approfondire e di trovare momenti per valutare ipotesi di eventuale attivazione di Concorsi di Progettazione, lo faremo anche rispetto alle occasioni che già si profilano all’orizzonte.
L’ampia disponibilità dimostrata ci ha consegnato anche l’opportunità per altri approfondimenti ai quali teniamo molto.
L’azione dell’Amministrazione si caratterizza per una rinnovata spinta alla progettazione di interventi con un ampio spazio al coinvolgimento di tecnici locali, spesso lontani dagli affidamenti delle PA, tecnici e colleghi che si stanno proponendo all’Amministrazione e attraverso le procedure innovare dal Regolamento dei Contratti e in conformità al Codice hanno occasione di crescita professionale e di lavoro.
Questa azione ci convince.
Certo i meccanismi del Codice, come innovati prima da parte dello Sblocca Cantieri del 2019 e poi nel cd Decreto Semplificazioni del 2020, lasciano alcuni temi sul campo che meritano un nuovo registro.
L’affidamento con procedura ristretta sotto soglia e anche nelle procedure con offerta economicamente vantaggiosa danno troppo, se non esclusivo, rilievo al massimo ribasso. Una prassi che ormai nei numeri rappresenta scenari che non condividiamo, di ribassi assurdi se offerti da colleghi (poco lungimiranti) e ancora di più se accettati dall’Amministrazione.
L’avvio del lavoro dell’Amministrazione prima e poi l’anno di pandemia non hanno consentito una riflessione sul punto e se ne è trovato stimolo nel confronto oggi riattivato.
Abbiamo quindi condiviso un necessario approfondimento su modalità e possibilità per introdurre meccanismi di maggiore peso della qualità nei progetti per OEV e di mitigazione dei ribassi nelle procedure anche sotto soglia, esempi non mancano.
Ho titolato questa mia comunicazione Progetti Pragmatismo Pandemia e Possibilità.
Tutte parole che hanno caratterizzato l’incontro nelle reciproche responsabilità e in definitiva convergenti valutazioni di sistema.
Pragmatismo e Pandemia, parole ineluttabili nella realtà che stiamo vivendo.
Progetto e Possibilità, parole che guardano al futuro e che sono al centro per la valorizzazione della Professione.
Cercheremo di praticarle nel ruolo delle istituzioni che rappresentiamo e che ci è assegnato.
Prendiamo il rispetto delle ragioni di ognuno come incipit per il futuro e come opportunità per sfruttare l’accelerazione dei processi derivanti dalla pandemia.
Lo faremo.
Paolo Marcelli